Doc Giuliano, con il suo esercito di 125mila follower su Instagram, combatte fake news, diete tanto virali quanto pericolose e falsi miti sul cibo.
Attraverso video brevi e divertenti insegna a prendersi cura di sé a partire dall’alimentazione, sempre supportato dai suoi anni di studio, formazione continua, ricerca approfondita e dati scientifici.
Divulgatore per passione e dietista per professione, il Dottor Giuliano Ubezio è specializzato nella dietoterapia per soggetti in stato di sovrappeso ed obesità, sindrome metabolica, e menopausa, artrosi e artrite. All’interno del Centro Italiano di Nutrizione che lui stesso ha creato qualche anno fa si prende cura dei pazienti per un rinnovato benessere: percorsi psicologici, ma anche dimagranti, chirurgici e farmacologici adatti ad ogni patologia.
In questa intervista esclusiva su One Health, Doc Giuliano racconta il dietro le quinte del suo lavoro di divulgatore scientifico. Non solo: spiega i processi biologici alla base della digestione, chiarisce quali pericoli si celano dietro i digiuni fai-da-te e le diete che spopolano sul web, smonta uno dopo l’altro i falsi miti e le leggende sui cibi che conosciamo e mangiamo ogni giorno, approfondisce il tema – oggi un’emergenza in Italia e nel mondo – della malattia dell’obesità.
La dieta mediterranea è riconosciuta come la migliore in assoluto per gli effetti positivi sull’organismo. Perché?
È il settimo anno consecutivo che la dieta mediterranea è riconosciuta come la migliore. Più facilmente attuabile e, se ben bilanciata, raggruppa tutti i macro e micro nutrienti, così da soddisfare il fabbisogno nutrizionale di ogni persona a 360 gradi. Aiuta a prevenire diverse patologie: a livello cardiovascolare, gastrointestinale, tumorale. Attenzione, però, a non confondersi e a non cedere al falso mito secondo cui la dieta mediterranea curi il cancro: non è anti-tumorale, ma il giusto apporto di fibre aiuta a tenere pulito l’intestino e, quindi, a diminuire l’insorgenza di una patologia tumorale.
Pane, pasta, pizza e focaccia fanno parte del DNA degli italiani ma, al tempo stesso, sono quasi demonizzati. Perché?
Si tratta di un retaggio degli anni ’80. La pasta e il pane sono sempre stati presenti sulle tavole dei nostri genitori e dei nostri nonni, in alcuni casi – andando più indietro nel tempo – erano gli unici alimenti disponibili. Oggi, invece, che abbiamo la possibilità di una scelta decisamente più variegata dei carboidrati si può e si deve alternare il più possibile.
Non dimentichiamo che la pasta è un piatto veloce, facile e buono, sempre a portata di mano, riempie e dà energia: proprio per questo siamo portati a mangiarne di più. Ciò può creare un eccesso calorico che, tendenzialmente, provoca un aumento di peso.
E poi?
Un altro motivo che spinge a demonizzare i carboidrati è quello – molto di moda negli ultimi tempi – del glutine: sono molte le persone non celiache che eliminano il glutine dalle proprie diete, pensando che sia il male peggiore e creando molta confusione. Il glutine non fa male. Ciò a cui bisogna fare attenzione è, invece, la velocità con la quale si mangia, che allora – sì – può creare gonfiore addominale. Ecco spiegato il motivo: la saliva contiene un enzima, la ptialina, che attraverso una lenta masticazione favorisce la digestione del carboidrato. Quando arriva nello stomaco, è come se il carboidrato fosse già in parte digerito. Masticando velocemente, invece, carboidrato e saliva non si amalgamano bene, e così a livello gastrico si ha una maggiore difficoltà nella digestione. Poi, a livello duodenale, che è la prima parte dell’intestino, l’assorbimento non avviene in modo corretto: in questo modo si ha il gonfiore addominale. Non è il glutine, ma la velocità in cui si mangia.
Digiuni fai-da-te e regimi alimentari estremi che spopolano sui social: quali i rischi?
Il rischio è per l’organismo. Si tratta di diete non sostenibili nel tempo che – se anche funzionassero nel breve periodo – nel lungo periodo creano danni diretti al corpo e nessun beneficio (senza considerare che i chili persi verrebbero recuperati in ancor meno tempo). Possono venire a crearsi scompensi a livello sia endocrinologico che ghiandolari e, se ripetute più volte, queste diete possono creare ulteriori squilibri che poi devono essere curati.
Molte sono le persone, di ogni età, che trovano diete virali – se pur, a volte, di dubbia provenienza – e le interpretano come veritiere perché è ciò di cui hanno bisogno in quel momento. Nel mondo dei social ci sono molti cosiddetti influencer, ma non solo, che postano notizie senza essere del mestiere, senza basi solide, studi o risorse sufficienti per capire la gravità delle informazioni che trasmettono. Nell’ambito medico e clinico in genere e, nello specifico, anche in quello dietetico, i follower seguono con troppa facilità le parole dei guru del momento.
Diete tanto seducenti quanto improvvisate e pericolose, quindi, ma anche falsi miti sul cibo. Quali i falsi miti più pericolosi?
I falsi miti che circolano in rete sul cibo sono – forse – quasi più pericolosi delle diete seducenti.
La pasta integrale fa dimagrire? No. Mangiare pasta, pane o lievitati la sera fa male? Falso. I latticini ingrassano, infiammano, addirittura provocano il cancro? Assolutamente no. Vietato mangiare la frutta dopo le 17 o immediatamente dopo i pasti: non è vero. L’ananas fa dimagrire? No, ma la realtà è che nel gambo di questo frutto, che non viene quasi mai mangiato – oltretutto –, si trova una sostanza, la “bromelina”, che, se essiccata, aiuta a digerire i grassi: ha solo un potenziale digestivo.
Molte persone si stupirebbero nel trovare la pizza di sera, latticini e frutta dopo i pasti nelle mie diete personalizzate.
E quanto è importante la tua parte di lavoro che svolgi su Instagram combattendo, un video dopo l’altro, bufale e mancanza di conoscenza?
Stare sui social è come trovarsi in una giungla.
Tutto ciò che pubblico ha una validità scientifica, supportata da anni di studio, formazione continua e ricerca approfondita. Le mie non sono mai opinioni, ma dati spiegati nel modo più semplice che io conosca. Molte persone apprezzano il lavoro che faccio di promozione del sapere e sensibilizzazione. Purtroppo, c’è sempre anche chi lascia commenti sgradevoli, contrastando le mie parole sulla base di un sentito dire: io verifico, poi rispondo con i dati. Chiunque ha il diritto di commentare e cerco di utilizzare ogni interazione, anche quelle negative o – talvolta – più aggressive, come stimolo per approfondire e dare ulteriori chiarimenti. I commenti fanno parte del gioco. È una forma di divulgazione.
Emergenza obesità. I numeri della popolazione sono allarmanti: circa 6 milioni di uomini e donne presentano la patologia, a cui si aggiunge un 40% in sovrappeso. I bambini e le bambine di 8-9 anni in sovrappeso sono il 19% e il 9,8% con obesità, il 2,6% – addirittura – presenta obesità grave.
L’obesità è una delle prime cause di morte ovunque nel mondo. Una malattia cronica che di recente si è diffusa come una vera e propria epidemia, con numeri che tendono ad aumentare. Oggi è uno stigma sociale, derivato dalla errata convinzione che il grave sovrappeso e l’obesità derivino esclusivamente dal mangiare molto: ci sono, invece, componenti genetiche e fisiologiche, oltre che psicologiche e sociali.
Il cibo è uno dei modi che l’essere umano ha per compensare un’emozione, negativa o positiva che sia. È uno dei pochi fattori di cui abbiamo completo controllo. La maggior parte delle persone obese erano, fino a poco tempo fa e stando ai dati, sole, con vita sociale ridotta, di basso ceto sociale e con scarsa cultura. Ultimamente colpisce chiunque, senza distinzione alcuna.
Come combattere questa nuova epidemia?
È necessario fare formazione e prevenzione: un bambino di appena 7 anni non ha la possibilità di comprendere la situazione, quindi bisogna partire dalle famiglie. Un bambino obeso sarà poi un adulto probabilmente affetto da obesità, e a livello sociale potrà avere numerosi problemi: escluso dallo sport, bullizzato, preso in giro, isolato dagli amici e dai coetanei. La maggior parte degli obesi sono persone sole, infatti: l’esclusione sociale porta a rifarsi psicologicamente sul cibo.
Le cure legate all’obesità hanno costi importanti: sono molte le comorbilità legate alla malattia, come patologie cardiovascolari, infarti e ictus, ipertensione, problemi epatici, fegato grasso, problemi intestinali, pancreatici e ossei, come l’artrosi, fino alle disfunzioni erettili.
Oggi esistono molti metodi per curarla. Ho creato a Milano un Centro per la Nutrizione, dove diamo la possibilità di seguire un percorso di dimagrimento, attraverso una dieta personalizzata, sana ed equilibrata, insieme alla terapia farmacologica, che negli ultimi tempi ha fatto passi da gigante. Ancora, esiste la possibilità del palloncino gastrico, inserito nell’organismo grazie ad una pastiglia che viene poi eliminata in maniera naturale dopo 4 mesi. Oppure soluzioni più invasive e irreversibili: la chirurgia bariatrica, come la resezione dello stomaco o il bypass gasto-intestinale.
Ciò che ho notato è che le persone cercano sempre più la soluzione semplice e veloce, come nel caso delle diete di cui abbiamo parlato: ma il cosiddetto effetto yo-yo (quindi, prendere e perdere chili continuamente) porta, nel lungo periodo, ad un effetto opposto rispetto a quello desiderato, scatenando nella persona un’idea di fallimento, con tutti gli effetti psicologici che ne derivano a cascata.
Quali consigli per un’alimentazione sana ed equilibrata in estate?
Ci accingiamo ad affrontare l’estate più calda degli ultimi decenni.
Dunque, assumere alimenti ricchi di acqua e non pesanti da digerire, dal momento che la digestione fa aumentare la temperatura corporea. Mangiare poco ma più volte al giorno, possibilmente scegliendo pesce, frutta e verdura cruda, che in questo modo non disperde nutrienti né sali minerali, fondamentali per l’organismo.
È assolutamente sbagliato arrivare all’estate con diete dell’ultimo minuto e improvvisate con l’obiettivo di perdere qualche chilo in poco tempo. Il medico prescrive, invece, una camminata veloce per 30 minuti al giorno a giorni alterni.
E ricordiamo che uno sgarro a tavola ogni tanto fa bene, e bisogna goderne.