La sindrome alfa-Gal è un tipo di allergia alimentare che rende le persone allergiche alla carne rossa e ad altri prodotti derivati dai mammiferi. La condizione di solito inizia con il morso di una zecca che trasferisce una molecola di zucchero chiamata alfa-Gal nel corpo. In alcune persone, questo provoca una reazione del sistema immunitario che, in caso di esposizione successiva, dopo il consumo di carne rossa, latte e derivati animali, può causare reazioni allergiche da lievi a gravi. Il consumo di prodotti avicoli, ad esempio, non comporta rischi di sviluppare reazioni alfa-Gal dipendenti.
I sintomi
I sintomi della sindrome alfa-Gal possono includere orticaria, prurito, gonfiore, difficoltà respiratorie, calo della pressione sanguigna, vertigini, dolore addominale, diarrea, nausea o vomito. Di solito compaiono dopo 3-6 ore dall’ingestione di carne rossa o di altri prodotti derivati dai mammiferi, come i latticini o le gelatine alimentari.
Dispositivi medici con materiale animale
Il consumo alimentare però non è l’unica insidia per l’uomo. Infatti, l’uso di dispositivi medici che contengono materiale animale può portare a conseguenze anche più serie e complicanze cliniche che devono essere accuratamente valutate. La gelatina animale è anche un eccipiente che si trova in alcuni farmaci, soprattutto in quelli in capsule o in forma liquida o semisolida. La gelatina animale è ottenuta da alcuni tipi di materiale animale tra cui ossa o pelle di bovino e suino.
Purtroppo, non è facile riconoscere i farmaci che contengono gelatina animale, perché le etichette non lo specificano sempre.
La gelatina animale può essere usata anche come sostituto del sangue o come espansore del plasma in alcune situazioni di emergenza medica. Queste sostanze servono a aumentare il volume dei fluidi in circolazione e a prevenire lo shock ipovolemico, causato da una grave emorragia.
Dispositivi medici impiantabili
Esistono anche dispositivi medici impiantabili, come ad esempio le bioprotesi valvolari cardiache, le pezze tissutali (dette patch in gergo medico), i sostituti di tendinei ed altri che sono costituiti di materiale animale come il pericardio bovino. Il pericardio è un sacco costituito principalmente da materiale collagenico che contiene il cuore ed ha funzione protettiva, limitando le deformazioni dei grossi vasi durante la contrazione.
Tutti questi materiali e prodotti sono lavorati dall’industria del biomedicale che però, ad oggi, non è in grado di eliminare completamente la presenza di alfa-Gal.
Quando l’alfa-Gal entra in contatto con il sistema immunitario umano
Una volta che questo viene in contatto con il sistema immunitario umano, scatena reazioni avverse che hanno lo scopo di eliminare questa molecola percepita come estranea.
La sensibilizzazione data dal morso di zecca ha come conseguenza l’innesco di una reazione allergica vera e propria contro alfa-Gal, ma l’uomo sviluppa naturalmente anticorpi contro alfa-Gal a causa della stimolazione continua della flora intestinale batterica dopo 1-3 mesi dalla nascita. Questi anticorpi specifici sono delle sentinelle che non inducono stati di alterazione della salute dopo ingestione di alimenti ma intervengono solo nel momento in cui l’alfa-Gal si trovi nel torrente circolatorio, esattamente la condizione prevista quando una bioprotesi valvolare cardiaca viene impiantata o vi è infusione di farmaci contenenti alfa-Gal. In tutti i soggetti si è in presenza di una reazione immuno-mediata ma non allergica.
Viene da sé che, se un soggetto è stato sensibilizzato all’alfa-Gal dovuto al morso di zecca e riceve una protesi fatta di materiale animale, alla reazione immuno-mediata si somma quella allergica con effetti amplificati. La conseguenza di tutto ciò è una rapida degenerazione del dispositivo medico impiantato, molto più rapida del normale. Infatti, tutti i dispositivi medici impiantati nell’uomo hanno vita media compresa tra i 5 e i 10 anni prima di dover essere nuovamente sostituiti quando impiantati in soggetti “normali”. Ma in soggetti sensibilizzati all’alfa-Gal la durata è di molto ridotta anche solo di pochi mesi.
Non esiste ancora una cura per la sindrome alfa-Gal
Non esiste ancora una cura per la sindrome alfa-Gal, a parte evitare la carne rossa e gli altri prodotti derivati dai mammiferi.
Se però, da un punto di vista alimentare, è sufficiente adottare una strategia di privazione, non è altrettanto semplice trovare alternative all’impianto di un dispositivo medico salvavita. Il paziente dovrebbe sempre essere informato dal medico, ed il medico a sua volta dall’industria manifatturiera, dei rischi a cui si espone come ricevente.
Oggigiorno, da pochi anni, vi sono tecnologie molto promettenti, ancora in fase di sperimentazione, che si stanno rivelando estrematene efficaci ed utili per il trattamento dei dispositivi medici. Queste sono in grado di inattivare totalmente l’alfa-Gal ma ancora non sono state adottate dall’industria biomedicale.