Una tessera sanitaria a punti che prevede una forma di premialità per chi conduce uno stile di vita salutare. È questa l’ultima proposta lanciata dall’Assessore al Welfare della Lombardia, Guido Bertolaso, in occasione del Forum Sanità di Forza Italia a Milano e che è al centro del dibattito di queste ultime ore.
«Se conduci uno stile di vita corretto e salutare – ha spiegato Bertolaso – ti fa guadagnare dei punti che poi ti permettono di ricevere degli incentivi che possono essere diverse modalità di premialità».
Una gara virtuosa per la cura, dunque. Si accumulano punti smettendo di fumare e di bere, modificando l’alimentazione, conducendo uno stile di vita corretto e salutare, aderendo agli screening preventivi previsti per la fascia di età di appartenenza.
«Un’iniziativa da accogliere con favore: una proposta che non ha niente di bizzarro ma che, anzi, si inserisce nel solco tradizionale e solidissimo della sanità pubblica – commenta in esclusiva a One Health il professor Gabriele Pelissero, docente di Igiene all’Università di Pavia e presidente di Fondazione Sanità Futura. Il SSN ha il dovere di promuovere la salute della popolazione. Quando le persone si ammalano e ricorrono alla sanità devono trovare una risposta, ma – al tempo stesso – deve essere attuata anche un’attività di prevenzione, che ha una sua difficoltà, perché si rivolge a delle persone che, per definizione, sono sane o sono convinte di esserlo, e non hanno, quindi, una motivazione interna per ricorrere al servizio sanitario. E’ indispensabile che l’autorità sanitaria informi i cittadini sull’utilità e l’importanza della prevenzione ma l’informazione da sola non basta per questo è ragionevole pensare anche a forme di incentivazione basate sulla premialità».
Un’iniziativa, ancora tutta da strutturare, che nasce in Lombardia ma che potrebbe essere mutuata su tutto il territorio nazionale afflitto da una serie di criticità che stanno caratterizzando la sanità in questi ultimi decenni, pensiamo all’invecchiamento della popolazione, ai malati cronici in aumento, alle liste d’attesa sempre più lunghe, agli screening saltati, alla carenza di medici e infermieri, ai pronto soccorso affollati.
Il progetto, che sarebbe accompagnato da un poderoso piano regionale di prevenzione anche contro il disagio giovanile, non è completamente una novità nel panorama sanitario internazionale.
«E’ un progetto innovativo per il nostro Paese e che affonda la sua base di studi in alcune esperienze all’estero: negli Stati Uniti, ed anche in paesi europei molto avanzati, come Svezia e Inghilterra – ricorda a One Health il professor Carlo Signorelli, ordinario di Igiene e sanità pubblica all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e medicina preventiva –. Esistono due sole strade per raccogliere l’adesione della popolazione alle attività di prevenzione: l’obbligo o il premio. Una forma di premialità è senza dubbio da preferire, perché rispetta la volontà delle persone. Considerando che il progetto è ancora in divenire, potremmo utilizzarlo con i due nuovi screening al polmone e alla prostata: un algoritmo valuta lo stesso test (al polmone) su fumatori ed ex fumatori, e (alla prostata) sulla base dei sintomi accusati».
Con uno stile di vita sano e corretto, il cittadino diminuirebbe drasticamente la probabilità di contrarre malattie, si ridurrebbero notevolmente i costi e si curerebbero in maniera più efficiente le categorie fragili reinvestendo le risorse accantonate. Ad una popolazione in salute, corrispondono, infatti, anche minori spese che gravano sulla sanità pubblica: intercettando la malattia nella sua fase iniziale ci sono maggiori possibilità di salvare le persone, assicurando al tempo stesso anche un risparmio economico. Basti ricordare che solo nel 2022 sono stati spesi 20 miliardi di euro per curare i malati di cancro, considerando costi diretti e indiretti (terapie, ospedalizzazioni, interventi chirurgici, esami, riabilitazione ma anche assenze dal posto di lavoro, assistenza dei familiari). O che basterebbe ridurre dell’1% i fumatori affinché il nostro SSN risparmi 331 milioni all’anno.
E i premi?
In palio, una volta raggiunti gli obiettivi, ingressi a grandi eventi o nei centri termali lombardi, skipass gratuiti su quei comprensori montani che fra due anni ospiteranno le Olimpiadi. Riconoscimenti e incentivi non solo per il cittadino, ma anche per la medicina di base, in un processo di responsabilizzazione del territorio che entra in un’ottica di prevenzione prescrivibile.
«Quella della premialità è, potremmo dire, un esempio di Medicina di iniziativa: un’attività che si muove verso l’utente, senza aspettare che questo si ammali – conclude Pelissero -. E’ auspicabile che la Lombardia segua questa strada. Si tratterebbe di un percorso assolutamente innovativo per l’Italia e che, mi auguro, possa essere di esempio per altre Regioni ed altri Paesi».