Forse non tutti sanno che la salute dei suoli gioca un ruolo cruciale nell’ambito della strategia “One Health, One Earth“: un approccio olistico che riconosce l’interconnessione tra la salute umana, la salute degli animali e la salute dell’ambiente sulla Terra.
Sebbene non sia propagandato a sufficienza, in questa prospettiva integrata la gestione sostenibile dei suoli emerge come un pilastro fondamentale per la sostenibilità agricola, la conservazione dell’ecosistema e la promozione della salute globale.
Infatti, i suoli sani, oltre ad essere un patrimonio per l’agricoltura, sono il cuore pulsante della biodiversità terrestre. Microorganismi, batteri e funghi presenti nel suolo contribuiscono a cicli biogeochimici essenziali e alla promozione della biodiversità e della fertilità dei suoli, rappresentando un tessuto connettivo vitale tra la vita delle piante, degli animali e degli esseri umani.
Per questo, il 17 novembre 2021, l’Unione Europea ha lanciato la nuova Strategia per il suolo con cui la Commissione definisce una visione comune in relazione al raggiungimento di una condizione sana di tutti gli ecosistemi del suolo dell’UE entro il 2050, e ha definito un quadro politico e azioni concrete da intraprendere entro il 2030.
La nuova strategia sui suoli sani, e la più nota strategia Farm to Fork lanciata dalla UE nel 2020, rappresentano insieme una grande sfida e una grande opportunità, non solo per il continente.
Ripristinare la salute dei suoli, evolvere verso pratiche agricole sostenibili, adattare le produzioni agricole alle variazioni climatiche già in atto, e al contempo neutralizzare gli effetti clima alteranti, accompagnare la crescita demografica e seguire la trasformazione delle abitudini alimentari mondiali in pochi decenni, richiederà una trasformazione imponente.
In teoria, gli strumenti per iniziare ad operare questa trasformazione sono già disponibili.
L’agricoltura di precisione
Capace di sfruttare tutta la tecnologia già impiegata in altri settori più avanzati per evolvere le pratiche agricole, ottimizzare l’impiego di input, massimizzare le rese e garantire la tracciabilità dei prodotti.
Le risorse dell’economia circolare
Materie prime ottenute dal recupero di residui e scarti di produzione oppure da rifiuti, capaci di sostituire – completamente o in parte – altre fonti di elementi nutritivi necessari alle pratiche agricole, oltre a restituire al terreno quella componente organica messa a rischio da un eccessivo sfruttamento. Materie prime seconde che presentano l’ulteriore vantaggio di accorciare la distanza degli approvvigionamenti rispetto alle fonti classiche di materie prime.
Le biotecnologie
Quelle tecnologie basate sull’impiego di microrganismi utili per usi specifici. Per rimanere nel campo della nutrizione delle piante, parliamo in particolare di prodotti per il miglioramento dell’efficienza degli elementi nutritivi, per la riduzione dell’impatto degli stress sulle piante e per l’ottimizzazione della loro espressione genetica.
Nonostante questi e molti altri strumenti siano già disponibili, se pur da perfezionare, in verità ci dobbiamo domandare se siamo pronti o meno ad adottarli. E dobbiamo domandarci anche Se il sistema sia già capace di recepirli e di applicarli in massa, al fine di trarne tutti i benefici ed evolvere alla velocità richiesta dagli obiettivi ambiziosi che ci siamo prefissati.
Questa trasformazione deve essere considerata – prima di tutto – come culturale, e richiederà un cambiamento generale di approccio, rispetto al quale tutti noi abbiamo un ruolo da giocare.