La pandemia ha fatto emergere la centralità dei farmacisti nel contesto del Servizio sanitario nazionale e la loro capacità di adattarsi rapidamente alle esigenze della società per offrire ai cittadini sempre più assistenza, prevenzione e prestazioni sanitarie. Le nuove funzioni svolte dal farmacista nell’ambito della riorganizzazione della sanità territoriale scaturita dall’esperienza pandemica sono una risposta concreta all’esigenza di prossimità della presa in carico, soprattutto per una popolazione che invecchia e che ha bisogno di un monitoraggio continuo delle condizioni di salute e dell’aderenza terapeutica. E ancora, la costante attività di counseling, la possibilità offerta ai cittadini di farsi vaccinare ‘sotto casa’ da un professionista di fiducia, così come di accedere con facilità ai farmaci e ai servizi sanitari – dagli screening, alle analisi di prima istanza, alle prestazioni di secondo livello come un ECG o un holter cardiaco che in alcuni casi si rivelano veri e propri interventi salvavita – sono tutte prerogative dei farmacisti di comunità che contribuiscono a ottimizzare l’assistenza sanitaria e farmaceutica, anche sul piano della riduzione delle liste d’attesa, alleggerendo il peso sugli altri presidi – pensiamo ai Pronto Soccorso – e professionisti del servizio sanitario. La capacità di essere quotidianamente presenti sul territorio, di ascoltare i bisogni delle persone e di saperci evolvere al passo con i tempi, ci hanno permesso di andare al di là della tradizionale attività di dispensazione dei medicinali, contribuendo a rendere l’assistenza sanitaria più vicina e accessibile per il cittadino.
Su questo fronte, ha assunto una particolare rilevanza il nostro coinvolgimento nell’attività di prevenzione. L’esecuzione dei tamponi per la diagnosi di Sars-Cov-2 prima, e poi la somministrazione dei vaccini anti-Covid e antinfluenzali ad opera dei quasi cinquantamila farmacisti abilitati all’inoculazione dell’Istituto Superiore di Sanità, hanno definitivamente sancito il ‘nuovo corso’ della Farmacia, cioè di quel presidio sanitario di prossimità in cui i cittadini possono trovare un professionista competente, affidabile e sempre disponibile per avere una risposta seria e risolutiva ai loro problemi e bisogni di salute. I farmacisti continuano a confermare con i numeri l’impegno nei confronti dei cittadini e al fianco del servizio sanitario per aumentare l’adesione a questo importante strumento di protezione della salute individuale e collettiva, contribuendo non soltanto sul piano della pratica vaccinale, ma anche dell’educazione sanitaria delle comunità. Sulla scorta dei risultati raggiunti, oggi auspichiamo di vedere ampliato il nostro apporto nella somministrazione di altri vaccini, dall’herpes zoster – come già in corso di sperimentazione in alcune regioni – allo pneumococco, all’HPV, coerentemente con quanto previsto dal Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale (PNPV) 2023-2025 che pone i farmacisti al centro della rete per la prevenzione sul territorio, per intercettare in maniera più capillare soprattutto i pazienti cronici e fragili, operando in sinergia con gli altri professionisti sanitari.
In epoca Covid, dai farmacisti è arrivata una forte spinta alla digitalizzazione, sia per l’erogazione di nuovi servizi di telemedicina, sia sul fronte della dispensazione del farmaco con l’attivazione della ricetta elettronica. Una realtà che oggi, grazie al lavoro di squadra con i medici di medicina generale, consente ai pazienti cronici di ritirare in farmacia le confezioni di medicinale valide per trenta giorni di terapia, riducendo l’onere degli spostamenti per pazienti e caregiver e gli accessi agli ambulatori medici. Un esempio concreto della centralità del nostro ruolo nella rete dell’assistenza territoriale e del valore della collaborazione multiprofessionale. L’entrata a regime del fascicolo sanitario elettronico e del dossier farmaceutico consentiranno un ulteriore passo in avanti verso una reale presa in carico globale e continuativa del paziente, e un maggior supporto ai fini della corretta assunzione dei farmaci e dell’aderenza alla terapia, che rappresentano un ambito di particolare impegno per i farmacisti.
Infine, il Covid – con il caso dell’antivirale Paxlovid, dispensato nel 70% dei casi nelle farmacie territoriali – ci ha lasciato un’importante lezione sul fronte della distribuzione del farmaco, mostrando quanto la capillarità del servizio farmaceutico sia essenziale per garantire il diritto alla salute dei cittadini, ma anche come elemento di efficienza per il Servizio sanitario. L’ultima Legge di Bilancio ha confermato questo approccio, coerente con la visione del PNRR di riportare sul territorio la gestione delle cronicità, prevedendo che, sulla base di un aggiornamento annuale del prontuario ad opera di AIFA, le farmacie convenzionate possano dispensare farmaci che attualmente sono reperibili solo presso le farmacie ospedaliere.
Che si tratti della dispensazione di un medicinale, della somministrazione di un vaccino o del monitoraggio di una terapia, il punto di partenza è uno: il paziente e i suoi bisogni di salute. È in questa prospettiva che si incardina l’impegno dei farmacisti per la costruzione di una vera sanità di prossimità, più moderna e vicina al cittadino.