Le infezioni respiratorie rappresentano una delle principali cause di malattia e di morte a livello globale. In particolare, durante i mesi invernali, il rischio di diffusione di questi patogeni aumenta, con conseguenze potenzialmente gravi, soprattutto per i bambini al di sotto dei cinque anni di età e per gli anziani.
Prima dell’avvento della pandemia da SARS-CoV-2, le infezioni respiratorie erano già una delle principali cause di mortalità, con un impatto significativo sulla salute pubblica. Il predominio esercitato dal virus SARS-CoV-2 durante le prime tre ondate pandemiche ha, in un certo senso, eclissato altri agenti patogeni, sia virali che batterici, relegandoli a un piano secondario.
Con lo sviluppo di mutazioni virali e il progresso delle campagne vaccinali, tuttavia, si è assistito al ritorno in scena di infezioni respiratorie quasi del tutto dimenticate: quella dal virus influenzale H1N1, da virus respiratorio sinciziale, Rhinovirus e virus parainfluenzali, così come infezioni batteriche da Pneumococco, Haemophilus influenzale o da Legionella.
Queste infezioni continuano a rappresentare una significativa minaccia per la salute pubblica, in particolare per le persone fragili e vulnerabili. È, quindi, di fondamentale importanza concentrare la nostra attenzione sulle caratteristiche peculiari di queste infezioni, riconoscendo la loro riaffermazione nel panorama sanitario globale.
Le nostre armi a disposizione
Le armi a nostra disposizione per combattere le infezioni respiratorie includono le strategie di prevenzione, come l’igiene frequente delle mani, l’ampia diffusione delle vaccinazioni e i chemioterapici antinfettivi (antibiotici e antivirali).
L’igiene delle mani è una misura semplice e efficace per prevenire la diffusione dei patogeni, in particolare quelli trasmessi per via aerea. Lavarsi spesso le mani con acqua e sapone per almeno 20 secondi è un’abitudine che dovrebbe essere adottata da tutti, in particolare durante i mesi invernali.
Le vaccinazioni sono una delle misure più efficaci per prevenire le infezioni respiratorie. I vaccini contro influenza, SARS-CoV-2, Pneumococco e altri patogeni respiratori, sono raccomandati per chiunque sia a rischio di complicanze gravi, in particolare bambini con età inferiore ai cinque anni, anziani, persone con patologie croniche (come il diabete), e gli immunodepressi.
Una volta contratta l’infezione, invece, possono essere utilizzati i chemioterapici antinfettivi. Gli antibiotici sono efficaci esclusivamente contro le infezioni batteriche, mentre gli antivirali sono efficaci contro le infezioni virali, ma solo se somministrati precocemente.
La comprensione delle peculiarità di ciascuna infezione e l’implementazione di misure preventive mirate rappresentano una parte cruciale della nostra strategia di gestione, specialmente durante i mesi invernali, in cui il rischio di diffusione di queste patologie è maggiore.
La sensibilizzazione e l’educazione della comunità sulla natura di tali infezioni e sulla necessità di completare tempestivamente i cicli vaccinali svolgono un ruolo determinante nella prevenzione dalla diffusione delle stesse. È fondamentale ricordare che l’assunzione degli antibiotici con l’obiettivo di trattare le infezioni virali non solo risulta inutile, ma addirittura peggiora la circolazione di batteri resistenti.
L’evoluzione del SARS-CoV-2
A tre anni dall’inizio della pandemia, il SARS-CoV-2 continua a evolversi: ciò, da un punto di vista terapeutico e gestionale, ha portato ad una evoluzione del nostro approccio all’infezione.
Le varianti Alfa, Beta, Delta e Omicron hanno avuto un impatto significativo sulla pandemia, con la Delta che ha dominato l’intero 2021 e l’Omicron che l’ha sostituita per tutto l’arco del 2022. La variante Omicron è caratterizzata da un’elevata trasmissibilità, ma – al tempo stesso – da una minore capacità di provocare forme gravi di malattia.
Questa caratteristica di elevata variabilità genotipica ha modificato l’indicazione all’utilizzo degli anticorpi monoclonali, una delle prime armi a disposizione contro il SARS-CoV-2. Si tratta di proteine prodotte in laboratorio che si legano a un bersaglio specifico, in questo caso le proteine di SARS-CoV-2, impedendo al virus di entrare all’interno delle cellule delle vie respiratorie e favorendo, così, la sua eliminazione da parte del sistema immunitario. Con l’arrivo della variante Omicron, l’efficacia degli anticorpi monoclonali si è ridotta, rendendo necessario riservarne l’utilizzo in casi selezionati.
Dal punto di vista terapeutico, la scelta migliore sono i farmaci antivirali, somministrabili per via orale o per via endovenosa. Tra gli antivirali orali troviamo il nirmatrelvir/ritonavir, efficace nel prevenire la progressione della malattia e della successiva necessità di ospedalizzazione. Il remdesivir, somministrato per via endovenosa, è indicato sia per la prevenzione della progressione della malattia che per il trattamento della polmonite da SARS-CoV-2.
Conclusioni
Le infezioni respiratorie, come quella da SARS-CoV-2, rappresentano una sfida globale che richiede un approccio integrato, e che includa sia misure preventive sia trattamenti efficaci. La comprensione delle peculiarità di ciascuna infezione e l’implementazione di misure preventive mirate rappresentano una parte cruciale della nostra strategia di gestione. La sensibilizzazione e l’educazione della comunità sulle infezioni respiratorie, in particolare sulla necessità di vaccinarsi e di scegliere le terapie più appropriate, sono fondamentali per prevenirne la diffusione.