Quasi 4 milioni di italiani, il 7% circa della popolazione, soffre di diabete. E i casi sono in aumento. Non a caso questa patologia è considerata una delle più persistenti del secolo. Negli ultimi 5 anni si è registrato addirittura un aumento del +14%, pari a 400 mila casi in più.
Le cure e la consapevolezza sulle modalità migliori di gestione di questa malattia hanno fatto passi da gigante, grazie anche all’avvento e allo sviluppo della tecnologia che oggi permette ai pazienti, ai loro caregiver e ai medici diabetologi stessi di tenerne sotto controllo gli sviluppi migliorandone gli outcome metabolici e la qualità della vita.
Si tratta di strumentazioni complesse che monitorano il livello di insulina e contestualmente, grazie a microinfusori, iniettano direttamente la quantità necessaria al paziente. Innovazione che unita alla telemedicina e il monitoraggio a distanza stanno cambiando il modo di affrontare e vivere questa patologia.
Diabete di tipo 1: i dati di un fenomeno in costante aumento
Il diabete di tipo 2, detto anche diabete dell’adulto, è il più frequente e rappresenta il 90% dei casi di diabete, mente il diabete di tipo 1, detto anche diabete giovanile o insulino-dipendente, rappresenta circa il 10%. Chi soffre di questo tipo di diabete, che si sviluppa in genere durante gli anni dell’adolescenza, ma può comparire anche in bambini neonati o in giovani adulti, deve assumere insulina per tutta la vita. In Italia colpisce circa 300.000 persone e l’incidenza di questa patologia è in aumento in tutto il mondo, soprattutto in età pediatrica.
Gli ultimi dati confermano un incremento costante: durante la pandemia da COVID e nel periodo immediatamente successivo si è registrata infatti una crescita molto significativa, misurabile in + 27%.
Il convegno al Ministero della Salute
Di questa percentuale, delle soluzioni che offre l’innovazione nella cura della patologia e dei falsi miti che riguardano ancora questa malattia si è parlato nel corso del convegno “Diabete di tipo 1: percorsi di cura, prospettive e innovazione”, organizzato da The Skill Group, in collaborazione con la rivista One Health, e con il contributo non vincolante di Medtronic, presso il Ministero della Salute, che si è tenuto nella prima metà di aprile.
All’evento sono intervenuti esponenti delle istituzioni, del mondo accademico, clinico, di società scientifiche e associazioni di pazienti, nazionali e internazionali.
Il saluto del Ministro Schillaci e gli altri interventi
“L’Italia è stata la prima Nazione a dotarsi di una legge che prevede in modo sistematico programmi pluriennali di screening per la celiachia e per il diabete di tipo 1 rivolti alla popolazione pediatrica. Insieme all’Istituto Superiore di Sanità abbiamo avviato un progetto pilota di screening, che coinvolge quattro regioni, propedeutico alla successiva realizzazione dello screening pluriennale su scala nazionale. Stiamo inoltre lavorando alla riorganizzazione della sanità pubblica che mira a una presa in carico più efficiente attraverso il potenziamento della sanità di prossimità”. Così il Ministro della Salute Orazio Schillaci nel messaggio di saluto inviato agli organizzatori del convegno.
«Con l’utilizzo delle tecnologie c’è stato un cambio epocale che ci ha permesso anche di affrontare il periodo del Covid con la telemedicina. Grazie anche a una piattaforma messa a disposizione dalla Regione Lazio, siamo per esempio riusciti a rimanere in contatto con i pazienti, a scaricare sui nostri computer in ospedale i dati relativi ad esempio ai sensori, quindi all’andamento glicemico dei pazienti e quindi a poter effettuare dei cambiamenti di terapia implementando il controllo metabolico anche a distanza. La diabetologia rappresenta come organizzazione un esempio per tutte le cronicità in Italia e a livello internazionale. Bisogna fare prevenzione, analisi, valutazioni prima della diagnosi di diabete, ma anche informare le famiglie su una corretta alimentazione dei bambini già nel periodo scolastico e nell’attività sportiva», ha spiegato Raffaella Buzzetti (Presidente eletto della Società Italiana Diabetologia).
Secondo Salvatore De Cosmo (Vice Presidente dell’Associazione Medici Diabetologi), «la qualità assistenziale è migliorata. Questo si traduce in un miglioramento della qualità di vita dei nostri pazienti, grazie anche all’implementazione delle tecnologie, anche se purtroppo su questo fronte in Italia siamo ancora in ritardo rispetto agli Stati Uniti. Penso, ad esempio, ai sensori della glicemia, i microinfusori: i pazienti italiani li utilizzano solo nel 20% della totalità dei casi mentre in Usa se ne avvantaggia più della metà».
«La realtà del diabete sta cambiando – ricorda Fortunato Lombardo (Direttivo della Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica). La tecnologia anche all’esordio della malattia è già un passo in più per migliorare sicuramente la qualità di vita del paziente, lo rende molto più libero nella gestione della sua condizione e soprattutto gli consente un futuro migliore rispetto al passato, anche nel fare attività sportiva. Ne beneficia anche il bambino che non deve essere considerato diverso dagli altri».
Marcello Grussu (Vice Presidente di Diabete Italia) ha invece sottolineato l’impegno delle associazioni di pazienti: «Possono svolgere un ruolo importante nel rappresentare esigenze e bisogni sanitari non soddisfatti che sono necessari al mantenimento di un buon livello di gestione del diabete. Come? Contribuendo alla stesura di linee guida, di delibere, di scelte politico-sanitarie in ogni singola regione, laddove sono stati istituiti tavoli tecnici sulla diabetologia per una migliore gestione e un buon governo della malattia in maniera uniforme e omogenea su tutti i territori della Penisola».
«La vita dei pazienti, ma anche di caregiver e familiari, sta cambiando – evidenzia poi Ohad Cohen (Medtronic Diabetes) – grazie all’integrazione tra cure, tecnologie, che permettono un attento controllo dei livelli di glucosio, e teleassistenza. L’integrazione tra modelli di assistenza e innovazione aumenta qualità e aspettative di vita del malato e allo stesso tempo semplifica il lavoro del sistema sanitario e rende meno complicate tutte le attività di raccolta e condivisione dati».
La Legge 130/2023
Giorgio Mulé, vicepresidente della Camera dei Deputati, ha infine ricordato gli avanzamenti e i vantaggi della legge 130 del 2023, di cui è primo firmatario, che prevede l’avvio, nel 2024, dello screening per diabete di tipo 1 e per la celiachia in bambini e ragazzi da 0 a 17 anni: «È in corso un progetto pilota di prevenzione in alcune regioni d’Italia che sarà poi sviluppato su tutto il territorio nazionale. Si tratta di uno screening su tutta la popolazione pediatrica per rilevare il prima possibile gli anticorpi del diabete di tipo uno e della celiachia. Siamo certi che con questa norma salveremo delle vite . E, in più, avremo la possibilità di ritardare l’esordio della malattia e di gestirla, di evitare complicanze. Siamo il primo Paese al mondo che si è dotato di una legge in questa materia, che è già operativa e finanziata. Un esempio a livello globale».
All’iniziativa hanno partecipato, tra gli altri, anche Achille Iachino (Direttore Generale Dispositivi Medici del Ministero della Salute), Salvatore Torrisi (Vice Presidente della Fare), Marcello Pani (Segretario Generale della Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici), Federico Gavioli (Medtronic Diabetes), Luigi Morgese (Medtronic Diabetes) e Partha Kar (Consulente nazionale per il diabete NHS England).
Le nuove frontiere della cura 4.0 del diabete
I risultati più interessanti degli ultimi studi e sperimentazioni non riguardano solo le pompe di infusione di insulina (microinfusori) e i sensori che consentono il monitoraggio continuo del glucosio, ma sono soprattutto i cosiddetti “sistemi ibridi ad ansa chiusa”, dove sensori e pompe insuliniche, grazie a specifici algoritmi, lavorano in sinergia. I primi forniscono informazioni sull’andamento della glicemia e le seconde, sulla base di questi dati, regolano automaticamente l’erogazione di insulina. Vengono definiti “ibridi” perché al momento non fanno tutto in autonomia, ma richiedono l’intervento manuale al momento del pasto. Si tratta di strumenti che migliorano in concreto lo stato di salute delle persone con diabete, perché permettono un controllo glicemico più efficace, riducendo il rischio delle complicanze correlate alla malattia diabetica. Inoltre, offrono notevoli vantaggi in termini di qualità di vita, concedendo maggior praticità, maggiore libertà e discrezione nella gestione della propria malattia.