Il diabete di tipo 1 rappresenta circa il 10% dei casi di diabete. È detto anche diabete giovanile o insulino-dipendente, per distinguerlo dal tipo 2. Si sviluppa in genere durante gli anni dell’adolescenza, ma può comparire anche in bambini neonati o in giovani adulti e dura tutta la vita.
In Italia le persone con diabete di tipo 1 sono circa 300.000 e l’incidenza di questa patologia è in aumento in tutto il mondo, soprattutto in età pediatrica. Gli ultimi dati confermano un incremento costante: durante la pandemia da COVID e nel periodo immediatamente successivo si è registrata infatti una crescita molto significativa, misurabile in + 27%.
Di questa percentuale, delle soluzioni che offre l’innovazione nella cura della patologia e dei falsi miti che riguardano ancora questa malattia si parlerà durante il convegno “Diabete di tipo 1: percorsi di cura, prospettive e innovazione”, organizzato da The Skill Group, in collaborazione con la rivista One Health, e con il contributo non vincolante di Medtronic, presso il Ministero della Salute, oggi, giovedì 11 aprile, dalle 9.30.
All’iniziativa interverranno i rappresentanti delle principali società scientifiche di diabetologia in Italia, dell’associazione che riunisce i pazienti e delle Istituzioni, tra cui: Raffaella Buzzetti (Presidente eletto della Società Italiana Diabetologia), Salvatore De Cosmo (Vice Presidente dell’Associazione Medici Diabetologi), Fortunato Lombardo (Direttivo della Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica), Achille Iachino (Direttore Generale Dispositivi Medici del Ministero della Salute), Marcello Grussu (Vice Presidente di Diabete Italia), Salvatore Torrisi (Vice Presidente della Fare), Marcello Pani (Segretario Generale della Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici), Ohad Cohen (Medtronic Diabetes), Federico Gavioli (Medtronic Diabetes), Luigi Morgese (Medtronic Diabetes) e Partha Kar (Consulente nazionale per il diabete NHS England). Prevista la partecipazione del Ministro della Salute Orazio Schillaci.
Le nuove tecnologie stanno dando opportunità in più ai pazienti, ai loro caregiver e ai medici diabetologi stessi. I cosiddetti sistemi integrati connessi sono stati introdotti nella pratica clinica dal 2020 e hanno rapidamente migliorato gli outcome metabolici e la qualità della vita. Permettono inoltre di utilizzare la telematica come strumento per la loro ottimizzazione.
Si tratta di apparecchiature complesse che monitorano il livello di insulina e contestualmente, grazie a microinfusori, iniettano direttamente la quantità necessaria al paziente. Innovazione che unita alla telemedicina e il monitoraggio a distanza stanno cambiando il modo di affrontare e vivere questa patologia.
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