Nei Paesi occidentali e industrializzati circa un quinto della popolazione soffre di allergie.
Dati allarmanti, soprattutto se si considera che questi numeri sono in aumento: si stima, infatti, che entro il 2030 la ritinite allergica colpirà il 40% della popolazione, quindi 1 italiano su 3.
L’aumento delle allergie, non solo per quantità delle persone colpite ma anche per numero e diversità delle sensibilità sviluppate, avrà sempre più un impatto significativo sulla salute e sulla qualità della vita di molti uomini e donne di ogni età.
Le cause sono da ricercare nel cambiamento climatico: l’innalzamento delle temperature influisce sulla stagione di pollinazione, che infatti rispetto al passato è più lunga, l’inquinamento dell’ambiente e dell’atmosfera danneggia invece la mucosa respiratoria.
Per capire se si è un soggetto allergico, come intervenire e in quale modo fare prevenzione è sufficiente una visita allergologica e un esame. Ne abbiamo parlato con la dottoressa Rosalba Marino, allergologa specialista nella cura immunoterapica delle patologie allergiche.
Estate e allergie. Cosa fare se si sospetta di soffrire di una qualche forma allergica?
Nel sospetto di allergia è necessario fare una visita allergologica. Il medico, nel corso della visita, deciderà che tipologia di test eseguire per inquadrare correttamente il problema del paziente: nello specifico, si tratterà di test cutanei o test ematochimici.
Molto comune nel periodo estivo è l’allergia ai pollini, soprattutto dell’erba, che causano la ritinite allergica. Non sono un fenomeno nuovo, ma negli ultimi anni hanno registrato un peggioramento, soprattutto tra i giovani e i bambini in età pediatrica.
Quali sono i sintomi più comuni della ritinite allergica?
I segnali tipici di questa patologia sono quelli nasali, quindi prurito, starnuti, sensazione di naso chiuso e naso che cola (la cosiddetta “rinorrea”).
Che si tratti di polline o no, i sintomi dell’allergia non cambiano sulla base del tipo di allergene che li ha scatenati: in genere, oltre ai sintomi rinitici, può presentarsi anche congiuntivite, nel 30% dei casi anche asma, respiro sibilante, difficoltà a respirare, tosse secca e forte sensazione di oppressione al petto.
Allergie nei più piccoli: possono sorgere anche dopo alcuni anni? Come si manifestano?
Le allergie possono colpire da 0 a 100 anni: quindi, durante l’intero arco della vita di una persona. Nel bambino, nello specifico, prevalgono disturbi di tipo respiratorio, con il broncospasmo. Spesso sono sensibili agli acari della polvere domestica e, talvolta, agli animali, meno spesso invece ai pollini. Invece, presentano più frequentemente degli adulti allergie alimentari, crosta lattea e dermatite.
Visita allergologica: in che cosa consiste?
Si tratta di una visita internistica che prevede, quindi, una prima parte di raccolta dei dati anamnestici: vengono chiesti quali sintomi presenta il paziente e vengono poste altre domande sulla sua situazione clinica. Poi si passa all’esame obiettivo, che è cruciale: questo consiste nella valutazione pneumologica, che prevede la visita del torace, della cute e delle mucose nasali. Successivamente, il test molecolare chiarirà il sospetto diagnostico che ha l’allergologo.
Quanto contano le nuove tecnologie nel campo dell’allergologia?
Le nuove tecnologie sono un prezioso aiuto per il medico, soprattutto nella definizione completa del quadro diagnostico. Dal 2000, infatti, assistiamo sempre più a casi di pazienti polisensibili: significa che presentano più allergie contemporaneamente, non solo da inalanti (quindi, a ciò che si respira), ma anche da alimenti (quindi, a ciò che si mangia).
Dunque, siamo in presenza di una mescolanza di IgE specifiche, che comportano delle cross reazioni. Oggi abbiamo a disposizione dei test molecolari, che citavo poco fa, che hanno chiarito completamente il quadro diagnostico.
Nei casi più gravi che cosa devono fare i pazienti?
L’allergologia segue la filosofia medica delle 4P: è personalizzata, predittiva, preventiva e partecipativa. L’allergologo, sulla base della visita, del test e di quanto altro necessiti, decide quale sia la strada più opportuna per il paziente, che è costantemente e continuamente assistito. I protocolli, infatti, variano in funzione di quella che è la personalizzazione del quadro obiettivo.
Durante le stagioni invernali c’è stato, negli anni, un aumento di patologie dei polmoni a causa dell’emissione delle polveri sottili, e non solo. Rispetto al passato, e secondo la sua esperienza, c’è stata una variazione nel quadro allergologico della popolazione?
Negli anni abbiamo assistito ad un notevole aumento della patologia allergica, tant’è che parliamo oggi di “epidemia di allergie”. Sono aumentate molto anche le allergie alimentari, colpendo oggi il 10% della popolazione, mentre prima si assistevano solo all’1%. Sono aumentate anche le forme respiratorie.
Negli anni ‘70 le patologie allergiche colpivano solo il 5%, percentuale che è andata via via aumentando fino all’attuale 15%. Si stima che entro il 2030 le persone che soffriranno di allergie respiratorie saranno almeno il 40% dell’intera popolazione.