Nel 2050 il Low Back Pain, ovvero il mal di schiena, diventerà la settima causa di disabilità e infermità, secondo uno studio di forecasting pubblicato recentemente su Lancet. Lo studio, dal titolo “Burden of disease scenarios for 204 countries and territories 2022-2050”, prende in esame anche il nostro Paese e rileva che il mal di schiena, tema della Giornata Mondiale della Fisioterapia 2024 (che ricorreva ieri, 8 settembre, ndr), supererà per impatto invalidante anche una patologia come l’Alzheimer, che la ricerca colloca all’ottavo posto.
È un’analisi di scenario con dati che impressionano ma che non devono allarmarci, perché la fisioterapia ci consente di lavorare sulla prevenzione e sulla consapevolezza. Come FNOFI, di cui sono Presidente da maggio 2023, abbiamo deciso di lanciare una campagna di comunicazione esattamente per lavorare sull’awareness, dal titolo: “Il Movimento che non si ferma”.
Vogliamo rispondere a domande come queste: quante e quali informazioni hanno i cittadini sugli interventi riabilitativi? Come accedono alle cure fisioterapiche, se vi accedono?
Obiettivo: sostenibilità del sistema salute
La demografia della popolazione italiana è cambiata, non solo perché si vive più a lungo, ma anche perché sono le persone che, in un mondo complesso e toccato dal fenomeno della ‘policrisi’, esigono risposte articolate ma comprensibili, che diano fiducia e accuratezza.
Con la campagna “Il Movimento che non si ferma”, che abbiamo avviato già in estate sui nostri profili social Instagram e Facebook, cerchiamo di fornire queste risposte: facendo debunking sui luoghi comuni e sfatando i falsi miti sulla fisioterapia, cercando di spiegare e dimostrare che gli interventi fisioterapici non sono uguali per tutti, che è la personalizzazione delle cure a fare la differenza e che l’aspetto economico non deve costituire una barriera alla cura del mal di schiena, come delle altre patologie e disturbi connessi agli interventi riabilitativi, anche per le persone diversamente abili.
L’obiettivo che FNOFI si è posta da sempre, persino prima della costituzione in Federazione con decreto del Ministero della Salute del dicembre 2022, è la sostenibilità del sistema salute: questo significa presa in carico della persona nella sua complessità, vuol dire che il fisioterapista può contribuire a dare valore al Servizio Sanitario Nazionale, permettendo così una migliore accessibilità delle cure.
Una popolazione che cambia ha nuove esigenze
L’ISTAT ci dice che sono 8,6 milioni le persone che in Italia hanno difficoltà motorie, di cui 3,4 milioni con difficoltà gravi, e 5,5 milioni le persone che ricorrono al fisioterapista. In maggioranza (circa il 57%) sono le donne a ricorrere ai trattamenti fisioterapici.
Già l’Organizzazione Mondiale della Sanità, a fine 2022, segnalava come il 40% della popolazione europea e, addirittura, il 47% della popolazione italiana avesse necessità di ricevere un intervento riabilitativo, di cui la stragrande maggioranza di tipo fisioterapico (e parliamo di circa 27 milioni di nostri connazionali).
Tutto questo rinforza il messaggio che la Federazione consegna con la sua campagna di comunicazione: le persone non devono essere bloccate nelle proprie passioni, non devono essere impossibilitate ad accedere alle migliori cure disponibili, a maggior ragione per condizioni economiche, e che – soprattutto – l’etica del lavoro di fisioterapista ci impone, così come il codice deontologico, di accompagnare la persona, prima ancora che diventi un paziente, alla consapevolezza che un intervento riabilitativo deve potersi esplicare in tutti i luoghi e momenti della vita, in patologie come Parkinson e sclerosi, solo per citare le più invalidanti e bisognose di cure riabilitative.
Per un SSN in difficoltà serve un approccio One Health
Il ‘Sistema Salute’ attualmente vive una situazione di necessaria riorganizzazione, rispetto non solo alle nuove esigenze della popolazione, ma anche in rapporto al momento di difficoltà che il nostro SSN sta attraversando. E, come sempre, i Fisioterapisti ci sono e ci saranno, con le loro competenze, acclarate da percorsi universitari, Master, Dottorati di ricerca, carriere sempre più apicali ed impegni sempre più costanti e coerenti con lo sviluppo, ormai inarrestabile, della Scienza della Fisioterapia. Ci sono e ci saranno, ben consapevoli del ruolo e del grado di autonomia professionale riconosciuto non solo dalle Norme e dalle acclarate evidenze scientifiche, ma anche dalla totale sicurezza delle cure e dalla soddisfazione dei cittadini stessi. La salute ha senso nella sua declinazione di comunità, non solo umana ma degli esseri viventi, l’approccio di One Health.
Come Presidente di FNOFI sono più che mai convinto che la missione da perseguire sia la cura di questa comunità, con le competenze che abbiamo a disposizione e grazie all’apporto innovativo e tecnologico coniugato all’intervento umano.