Un recente articolo apparso su “The Global Macroeconomic Burden of Burn Injuries”, un’importante rivista di chirurgia plastica, ha evidenziato un dato estremamente interessante. Non solo interessante, ma collegato a doppio filo con l’impegno che noi di Emergenza Sorrisi portiamo avanti da tempo. I pazienti ustionati, con le conseguenze funzionali che purtroppo non mancano mai, rappresentano un aggravio, sia dal punto di vista sociale che economico, per i Paesi con minori risorse e dove noi operiamo.
Ecco che le nostre missioni diventano quanto mai importanti. Ci occupiamo di guarire le deformità sul viso, in alcuni luoghi dell’Africa considerate una maledizione di Dio, portandosi dietro discriminazioni e soprusi per i bambini e le bambine che ne sono colpiti. Non solo: i nostri chirurghi si dedicano anche della cura dei traumi da ustione, solitamente riportati sugli arti e sul volto. Per gli uomini, perdere la funzionalità delle braccia e delle gambe significa impedire loro di avere opportunità lavorative ed anche di relazionarsi. Per le donne le ustioni sul volto divengono ulteriore elemento di discriminazione, riducendo drasticamente la loro possibilità di sposarsi e di creare delle famiglie.
Da oltre 15 anni ci rechiamo in numerose regioni dell’Africa, fra cui Burkina Faso, Benin, Congo, Togo, Etiopia, Somalia, in quei paesi in via di sviluppo dove, ogni volta, la sfida da vincere non è solo ricostruire quei volti, quelle mani, quelle braccia martoriate dal fuoco distruttore, ma anche formare personale specializzato sul posto, per elevare la qualità delle cure, per contribuire a costruire una sanità in continua evoluzione, in quei luoghi dove il sacrosanto universale diritto alla salute non sempre riesce a fare il paio con equità e pari opportunità.
Ci piace pensare che con le nostre missioni sanitarie e umanitarie possiamo provare a fare la differenza, donare nuova speranza, contribuire a riaccendere barlumi di luce nel buio tunnel dell’indifferenza, in quei luoghi dove la mano di un bambino, chiusa dalle cicatrici di ustioni terribili, può riprendere a giocare, a stringere altre mani, ad abbracciare.
Noi, è vero, possiamo fare molto, ma la collettività intera può fare di più. I Paesi nei quali ci spostiamo, come medici e personale sanitario volontari, hanno estremamente bisogno di centri di riferimento per trattare in modo sempre più specializzato i pazienti ustionati, cercando così di ridurre l’impatto economico per le politiche sanitarie.
Laggiù, le ustioni non rappresentano solo ferite da rimarginare, ma l’emblema del dolore e dell’emarginazione con cui le donne e gli uomini di ogni età sono costretti a convivere.
La solidarietà non ha colore né bandiera politica.
Serve l’aiuto di tutti, istituzioni pubbliche e private. Servono investimenti, di qualunque entità, per costruire centri adatti a trattare forme acute di ustioni e con personale medico ben formato, al fine di garantire un’assistenza e una cura adeguata ai pazienti.
Il progetto si colloca nel quadro del piano Mattei: portare aiuto in loco con interventi in grado di garantire sostenibilità a lungo termine.
Come abbiamo sempre fatto, intendiamo coadiuvare questi progetti, avviando percorsi mirati di informazione e prevenzione sulle ustioni per le comunità più a rischio. Per un medico, la formazione è la chiave che consente di aprire la porta allo sviluppo e alla emancipazione reale di chi non riesce più a sopravvivere nel Paese in cui è nato.
Emergenza Sorrisi non intende fermarsi, e porterà avanti, con sempre maggiore abnegazione, sia la missione di cura sul campo, sia l’organizzazione di campagne di solidarietà finalizzate ad avere a disposizione gli strumenti per creare progetti mirati di formazione, prevenzione e sviluppo di centri sanitari, basandosi anche sull’evoluzione di quelli esistenti, all’avanguardia nella cura delle ustioni, nella piena consapevolezza che rimarginare ferite così profonde consente, per certi versi, di “rinascere” nel vero senso del termine.