L’approvazione del decreto sulle liste di attesa nel Sistema Sanitario Nazionale (SSN) ha sollevato molte speranze, ma la domanda rimane: sarà sufficiente?
La risposta non è così semplice perché nessuna norma può agire come una bacchetta magica, capace di risanare carenze organizzative e di personale, la demotivazione dei professionisti sanitari e il graduale allontanamento dal SSN. La pandemia ha peggiorato la situazione, creando disagi non solo per le persone assistite, ma anche per gli stessi operatori sanitari, spesso non ascoltati e senza supporti adeguati.
Gli Ortottisti in Italia sono ancora troppo pochi
Nella prevenzione e riabilitazione visiva, ci sono enormi differenze tra le Regioni e l’impiego di Ortottisti dedicati dall’età neonatale a quella senile. Nel 2021, secondo i dati del Ministero della Salute, nel pubblico erano presenti 940 Ortottisti su tutto il territorio nazionale (27% del totale), un numero esiguo rispetto ai bisogni reali. Di questi, 840 con contratto a tempo indeterminato e 100 a tempo determinato, un dato che evidenzia l’insufficienza di personale, soprattutto alla luce delle nuove sfide poste dal sistema sanitario.
Il decreto prevede un incremento del 10-15% delle dotazioni di personale, ma questo si tradurrebbe in un aumento di sole 94-141 unità su tutto il territorio nazionale. Come destinare questo aumento?
Già oggi la distribuzione è squilibrata: in Sardegna ci sono solo 1,5 Ortottisti ogni 100.000 abitanti, mentre in Abruzzo ce ne sono 11,10. L’aumento, seppur positivo, non sarà sufficiente a colmare il fabbisogno reale e rendere attrattivo il SSN.
Nel 2019 solo 89 professionisti si sono occupati di 26mila ipovedenti sui 1.500.000 stimati
L’aumento delle malattie croniche e degenerative, come glaucoma, retinopatia diabetica, degenerazione maculare comportano ipovisione, ma anche aumento delle cadute negli anziani: è fondamentale incrementare il personale.
Conti alla mano, nel 2019, nei centri di riabilitazione visiva, 89 Ortottisti si sono occupati di 26.063 ipovedenti su 1.500.000 stimati: solo per questo quanti Ortottisti sarebbero necessari?
L’importante ruolo della salute visiva negli ambienti di lavoro
Altro aspetto da considerare è la salute visiva negli ambienti di lavoro. Estendere i controlli a categorie di lavoratori come quelli impiegati nei cantieri, potrebbe prevenire incidenti e migliorare la sicurezza sul lavoro. Gli stessi professionisti sanitari, sempre più esposti all’utilizzo di videoterminali, dovrebbero essere inclusi nei programmi di monitoraggio della qualità della visione binoculare con una valutazione ortottica.
Cosa fare per il SSN? Le proposte della Commissione di albo nazionale degli Ortottisti
L’inadeguatezza delle risorse umane si riflette anche nei numeri dei nuovi professionisti in formazione. Le selezioni per i corsi delle professioni sanitarie si svolgono in un contesto in cui il 9,3% degli Ortottisti risulta privo di occupazione, secondo un questionario della FNO TSRM e PSTRP (settembre 2023). La professione di Ortottista è poco conosciuta anche dalla popolazione, rendendo difficile la scelta per i maturati.
Il decreto sulle liste d’attesa, pur positivo, non sarà risolutivo se non accompagnato da un adeguato investimento in nuove risorse, conoscenza della professione e una gestione più flessibile e attenta ai bisogni del territorio.
Il futuro del SSN passa attraverso l’ascolto dei professionisti, una pianificazione basata su reali fabbisogni e una migliore distribuzione delle risorse per garantire un servizio adeguato e tempestivo ai cittadini.