Un altro successo al Sud, questa volta a Catania, dove il Dottor Andrea Russo e il Dottor Matteo Orione hanno eseguito i primi due interventi di oftalmoplastica con l’ausilio del visore Apple Vision Pro.
Il dispositivo, non ancora in commercio in Europa, nei mesi scorsi era già stato testato con successo negli Stati Uniti, e poi in Brasile per un intervento di artroscopia, nel Regno Unito sulla colonna vertebrale e in oltre 30 procedure laparoscopiche al GEM Hospital di Chennai, in India.
La realtà aumentata è entrata, dunque, anche nelle sale operatorie del nostro Paese: a fine febbraio, il Dottor Daniele Maselli, direttore dell’Unità di Cardiochirurgia del Mater Dei Hospital di Bari, ha eseguito un intervento sulla valvola mitrale con una tecnica endoscopica e l’ausilio del visore.
Dal cuore agli occhi: gli oculisti del Policlinico “G. Rodolico – San Marco” di Catania hanno testato l’ultima novità di casa Apple per realizzare una correzione entropion della palpebra inferiore e una blefaroplastica curativa.
Una rivoluzione nel campo della chirurgia: ma, mentre la tecnologia in campo sanitario avanza, “la mente umana, che in sala operatoria riesce a gestire numerose variabili, grazie a improvvisazione e fantasia, rimane esclusivo appannaggio del medico e, come tale, rimarrà sempre insostituibile”, ha spiegato il Professor Andrea Russo, oculista e docente in Malattie dell’apparato visivo all’Università di Catania, intervistato in esclusiva da One Health.
Insomma un altro record per la Sicilia in campo sanitario, dopo il primo impianto al mondo del pacemaker più piccolo di sempre eseguito al Policlinico di Palermo.
Professor Russo, Lei è stato il primo oculista al mondo a realizzare due interventi con l’ausilio del visore della Apple. Quali i vantaggi, per i due interventi, grazie all’innovativo dispositivo?
Insieme al Dottor Matteo Orione e al Professor Teresio Avitabile abbiamo eseguito per la prima volta 2 interventi di oftalmoplastica. I maggiori vantaggi sono stati la possibilità di avere sul campo operatorio la fotografia del paziente ad inizio intervento in cui le strutture anatomiche, non alterate dall’anestesia locale, potevano essere confrontate con le modifiche chirurgiche e regolate di conseguenza. Inoltre, la possibilità di registrare l’intervento in 3D dal punto di vista dell’operatore. La possibilità di rivivere la stessa esperienza riguardandola con il visore, offre al chirurgo in formazione un’esperienza didattica senza precedenti.
Che cosa mostrava il visore? E come cambia il punto di vista del medico attraverso quelle speciali lenti?
Il visore, tramite diverse telecamere esterne e 2 micro schermi ad altissima definizione, ci mostra il mondo circostante in tempo reale come se non indossassimo nulla. E ci offre la possibilità di aggiungere alla realtà diversi strumenti virtuali, come ad esempio cronometri, strumenti per misurare le distanze, appunti, libri di testo, lenti d’ingrandimento, fotografie o video che possiamo
posizionare ovunque nel nostro campo visivo. Inoltre, offre la possibilità di condividere il nostro sguardo con colleghi a distanza. Mentre opero un paziente a Catania potrei videochiamare un collega in America e lui avrebbe in tempo reale il mio stesso punto di vista; questo facilita notevolmente la possibilità di collaborare con esperti di tutto il mondo.
Come muta, in generale, l’approccio operatorio con il visore? Quali i benefici sanitari?
Oltre alla possibilità di sviluppare applicazioni dedicate alla chirurgia o la possibilità di aggiungere filtri di luce o, ancora, ingrandire ciò che si sta guardando, questo è un dispositivo commerciale con un costo molto basso, se paragonato alla somma degli strumenti fisici che va a sostituire in sala operatoria. Quindi, potrebbe offrire anche un beneficio economico alla sanità pubblica.
Un’innovazione non solo per la chirurgia ma per la formazione e la collaborazione fra colleghi specialisti che lavorano ai capi opposti del mondo. Quali i prossimi passi?
Vorremmo provare a svolgere alcuni interventi di oftalmoplastica a distanza. Il Dottor Matteo Orione sta arruolando dei pazienti in Piemonte che verranno operati ad Alessandria sotto la mia supervisione da Catania, in modo da testare la velocità di trasmissione e dimostrarne la fattibilità.
L’uomo e la tecnologia: quanto conta l’ausilio della seconda? La mano e la mente umana rimarranno sempre elementi irrinunciabili?
Ovviamente questo strumento non è necessario per le tecniche chirurgiche oftalmoplastiche attualmente in uso, ma ne facilita l’esecuzione e, potenzialmente, potrebbe essere ancora più d’aiuto nella chirurgia vitreo-retinica offrendo una visuale dell’interno dell’occhio sovrapposta a quella dell’esterno, conferendo al chirurgo il massimo controllo sui movimenti.
Mentre la mano del chirurgo si potrà sostituire in futuro, come già dimostrato dalla robotica in altre chirurgie, la mente umana no perché esistono troppe variabili in chirurgia che richiedono improvvisazione e fantasia per essere gestite: e queste doti sono, ad oggi, esclusive della mente umana.