La produzione di farmaci rappresenta una voce fondamentale per l’economia italiana che ha però bisogno di un ecosistema favorevole per le aziende che decidono di operare nel nostro Paese.
AIFA, pur non essendo un’agenzia che fa ricerca, ha fra i suoi obiettivi principali a breve e lungo termine quello di sostenerla. Per questo preleva il 5% delle spese promozionali, pubblicitarie e dei congressi per destinarli a queste finalità. Si tratta di una cifra fra i 7 e i 10 milioni di euro che vengono banditi annualmente identificando le diverse aree di interesse. L’Agenzia intende inoltre supportare le industrie che garantiscono ricerca e produzione sul territorio italiano dando loro delle premialità, anche nel momento in cui si va a negoziare e fissare i prezzi di immissione in commercio.
Instaurare un rapporto virtuoso con le Regioni
Un processo, quest’ultimo, che passa anche attraverso una filiera più stretta e collaborativa con le Regioni con le quali è necessario instaurare un rapporto virtuoso, per far capire meglio i percorsi decisionali su immissione nel mercato, rimborsabilità e prezzatura del farmaco.
A tal proposito, ho già incontrato alcuni soggetti aggregatori fra Veneto, Lombardia e Toscana con i quali mi sono trovato d’accordo su come AIFA debba comunicare e condividere le proprie decisioni per evitare, ad esempio, che gli aggiornamenti dei prezzi s’incaglino in “vischiosità di sistema” inaccettabili.
Regioni che sempre più spesso segnalano la carenza dei farmaci che noi regolarmente monitoriamo e pubblichiamo, nonostante la mancanza di un’adeguata filiera corta che possa svolgere anche un’attività anticipativa nei comportamenti e negli acquisti delle varie Regioni.
Ridurre i tempi di accesso ai farmaci
Fra le procedure che invece AIFA deve snellire c’è sicuramente quella relativa all’autorizzazione dei nuovi farmaci. In Italia passano circa 423 giorni dalla sottomissione ad EMA (European Medicines Agency) all’arrivo sul letto del paziente.
Non dobbiamo scandalizzarci perché Francia, Spagna e altre Nazioni, con sistemi sanitari altrettanto evoluti, hanno tempi simili o superiori. Ma, ad esempio, in Germania si arriva all’autorizzazione e alla somministrazione in meno di tre mesi. Noi non ci diamo tempi quantitativi ma un obiettivo, che è quello di accelerare il percorso, promuovendo una riflessione condivisa – come quella avviata durante il convegno di Motore Sanità – sulla necessità o meno di mantenere i singoli prontuari farmaceutici regionali. Spesso, infatti, è difficile spiegare come ciascun ente debba codificare l’elenco dei singoli farmaci che possono essere distribuiti.
Il sistema deve accorciarsi nell’interesse della sicurezza del paziente.
Avviare una riflessione sulla spesa farmaceutica
Allo stesso tempo c’è bisogno di una profonda e condivisa riflessione sul tema della spesa farmaceutica: va superata la visione cosiddetta “a silos”, a compartimenti stagni. Capisco che, qualche volta, AIFA venga identificata paradossalmente come un “induttore di spesa” ed è chiaro che di fronte a un farmaco innovativo del quale è stata valutata l’innovatività, l’efficacia e la necessità di collocarlo per pazienti che lo attendono, ma non possiamo farci limitare da un tema di bilancio o di tetto.
Dobbiamo spiegare, invece, come una spesa farmaceutica virtuosa e appropriata consenta di recuperare altri costi, come quelli legati a dispositivi oppure ospedalizzazioni. Stanno arrivando, ad esempio, farmaci molto innovativi per trattare il carcinoma alla prostata ed è impensabile bloccarne l’immissione in commercio per motivazioni sostenibili di costo della terapia e, contemporaneamente, autorizzare robot per l’eliminazione della prostata in ogni ospedale d’Italia.
Promuovere e garantire trasparenza con la banca dati aperta del farmaco
Bisogna iniziare ad avere una visione globale e capire come rapporto fra evidenze scientifiche e capacità di portarle a produzione e ad efficacia sul paziente debba avere una sua considerazione e dignità complessiva.
AIFA, dal canto suo, vuole promuovere e garantire anche la massima trasparenza sui farmaci, grazie a una banca dati aperta a cittadini e operatori sanitari. Con l’app AIFA Mobile chiunque può, infatti, ottenere informazioni dettagliate sui prodotti, inserendone semplicemente il nome, per consultare una scheda tecnica degli eventi avversi e le informazioni che possono essere più utili.